Nel periodo primaverile è possibile donare anche con l’allergia? Si possono assumere farmaci come antistaminici o cortisonici?

Nel periodo acuto di raffreddore, congiuntivite, asma, prurito o dermatite, NO anche se non hanno assunto medicinali.
Perché?
Perché l’allergia può far aumentare la produzione di globuli bianchi. Se il numero totale di globuli bianchi supera una determinata soglia la sacca di sangue raccolto non potrà essere utilizzata. Infatti l’aumento di queste cellule è una reazione che potrebbe scatenare eventi non desiderabili in una persona che riceve la trasfusione.
Se invece si sta assumendo una terapia antiallergica la sintomatologia è controllata ma questi farmaci non consentono la donazione.
Per il donatore non è assolutamente consigliato sospendere la terapia per il rischio di riaccensione dell’allergia acuta.
Meglio programmare la donazione in un periodo di pieno benessere, privo di allergia e dopo aver sospeso ogni terapia da almeno una settimana.

Prima della donazione è possibile fare colazione?

Lo sapevi che il giorno della donazione non solo è possibile fare colazione ma è addirittura consigliato?
Una buona colazione infatti, purché ricca di liquidi e con pochi zuccheri, aiuta il nostro corpo a sopportare meglio il prelievo di sangue: un paio di fette biscottate, un caffè, un the, una tisana o una spremuta di frutta fresca o in alternativa un frutto di stagione rappresentano il pasto ideale per affrontare la donazione.
Sono invece assolutamente vietati: latte, latticini e troppi zuccheri (niente miele, marmellata, creme)
Attenzione però, se oltre alla donazione dobbiamo fare anche le analisi annuali di controllo sarà opportuno presentarci avendo solo bevuto acqua, caffè o te amari e nient’altro.

Quali sono i comportamenti sessuali a cui un donatore deve attenersi?

La trasmissione sessuale rappresenta la modalità principale di diffusione dell’HIV che, sebbene in Italia abbia una minore incidenza, ha comunque un riscontro sempre maggiore nella popolazione a rischio (25-50 anni d’età).           
Le modalità di trasmissione del virus sono:
– Rapporti sessuali non protetti da preservativo.
– Passaggio del virus da madre HIV positiva a feto/neonato.
– Utilizzo di materiale per iniezione non monouso contaminato da sangue infetto.

La trasmissione del virus avviene tramite contatto tra liquidi biologici infetti (quali secrezioni vaginali, liquido pre-coitale, sperma, sangue) e mucose orali, vaginali ed anali durante i rapporti sessuali. Sono quindi a rischio di trasmissione i rapporti sessuali non protetti da preservativo, il cui uso corretto protegge dalla trasmissione di HIV e di altre infezioni sessualmente trasmesse. L’uso improprio o la rottura accidentale del preservativo ne riduce l’efficacia.
Per la sicurezza del paziente a cui è destinato, per ogni donazione, il sangue è sottoposto a test per HIV, epatite B, epatite C e sifilide. I test sono sicuri e accurati, purché il donatore non si trovi nel “periodo finestra”, ovvero il lasso di tempo che intercorre tra infezione e positivizzazione del test. In quel caso il test sarà negativo pur essendo la persona infetta e già in grado di trasmettere l’infezione.
Pertanto, ai fini della donazione del sangue ed emocomponenti, è necessario rispettare la sospensione di 4 mesi qualora si sia avuto un qualunque rapporto sessuale con partner diversi da quello abituale, nuovo partner o partner occasionale, più partner. Questo periodo di sospensione va rispettato anche se è stato utilizzato il preservativo.

Per un donatore di sangue è necessario eseguire lo screening HCV predisposto dalla Regione Emilia Romagna ai cittadini nati nell’intervallo 1969-1989?

I donatori AVIS sono sottoposti alla ricerca degli anticorpi anti epatite C ad ogni donazione.⁠
Per loro non è dunque necessario aderire allo screening “HCV Reflex” proposto dalla Regione Emilia Romagna.⁠
Screening che rimane invece consigliato per tutti i cittadini non donatori.⁠

 

A che età è possibile diventare donatori di sangue? E fino a quale età è possibile donare?

Il D.M. 2/11/2015 nell’Allegato IV parte A stabilisce:

  • Donazione di sangue intero.
    L’età per effettuare la donazione è compresa fra 18 e 65 anni (I 18 anni devono essere compiuti anche solo per eseguire gli esami di idoneità a causa dell’importanza della responsabilità personale anche legale del soggetto che si acquisisce solo con la maggiore età).
    La donazione di sangue intero da parte di donatori periodici di età superiore ai 65 anni fino a 70 può essere consentita (diverso da dire deve essere consentita!) previa valutazione clinica dei principali fattori di rischio età correlati da parte del medico responsabile della selezione.
    Persone che esprimano la volontà di donare per la prima volta dopo i 60 anni possono essere accettati (diverso da dire devono essere accettati) a discrezione del medico responsabile della selezione.

 

  • Donazione di plasma e/o piastrine
    Il donatore inserito in un programma di donazione di plasma intensivo deve avere età compresa fra 18 e 60 anni

Ho appena partorito. Quanto tempo devo aspettare prima di tornare a donare?

Dopo il parto, c’è un periodo di sospensione di 6 mesi dalla data del parto (o dell’interruzione della gravidanza). Trascorsi i 6 mesi, la donatrice può prenotare una visita di re-idoneità.

Mi sono sottoposto ad un intervento chirurgico. Quando posso tornare a donare?

E’ tutt’altro che semplice rispondere!
Innanzi tutto per ogni tipo di intervento chirurgico deve essere valutata l’invasività, la metodica utilizzata, la prognosi e la convalescenza comprensiva di eventuale terapia farmacologica, riabilitativa e/o risultato di eventuale prelievo bioptico!
Il D.M. 2/11/2015 dà esclusivamente indicazioni di massima distinguendo fra intervento chirurgico maggiore e minore e lascia poi la valutazione delle specificità al medico che effettua la valutazione di idoneità alla donazione .
Per questa prima distinzione, ”maggiore” e “ minore”, è stato concordato che si può definire:
– MAGGIORE un intervento che determini l’accesso alle cavità del corpo (toracica, addominale, cranica). In tal caso la sospensione sarà di 4 mesi.
– Quando ciò non avviene si rientra negli interventi MINORI (ad esempio per interventi di plastica erniara non complicato, streeping della safena ed embolizzazione emorroidi). In questi casi la sospensione sarà di 1 mese dalla piena restitutio ad integrum della ferita e dal termine di eventuali terapie.
Come detto più sopra deve poi essere valutata la patologia che ha determinato l’intervento e che potrebbe essere già di per se motivo di esclusione temporanea o definitiva.
Ritengo pertanto che in caso di qualsiasi tipo di intervento prima della riammissione è opportuno inviare al medico di AVIS Provinciale (si può utilizzare il link il medico risponde sul sito AVIS Provinciale Parma) la documentazione completa e cioè lettera di dimissione ed esame istologico se è stato fatto.
Solo dopo la valutazione di queste evidenze e la verifica della data e dello stato degli esami precedentemente eseguiti in AVIS, il medico potrà comunicare con certezza il periodo di sospensione.

Perché per la donazione di sangue è presente il limite di peso di 50 kg?

I requisiti fisici per poter donare sangue sono stabiliti dal D. M. 2/11/2015 e sono volti alla tutela della salute sia del ricevente che del donatore.
Il peso indicato di almeno 50 Kg è stato determinato per garantire al donatore che, dovendo sottrarre 450 ml di sangue ad ogni donazione, il volume tolto sia ben tollerato rispetto al volume medio del sangue circolante (circa il 7% del peso corporeo e quindi in un soggetto di 50 Kg 3,5 litri).
E’ stato dimostrato che 50 Kg di peso corporeo sono il minimo per garantire che il volume prelevato rispetto a quello rimanente non causi eccessive riduzioni della volemia e quindi eventuali reazioni indesiderate nel donatore come per esempio lo shock ipovolemico.
ll requisito minimo di peso perciò non è messo in relazione allo stato di salute dell’individuo ma è determinato da un calcolo percentuale per evitare il rischio di shock ipovolemico, ovvero diminuire in un tempo breve la quantità di liquidi nell’organismo.
Si tratta quindi solo di una questione di estrema attenzione alla sicurezza per il donatore.

Si può fare attività fisica prima e dopo la donazione?

È bene evitare sforzi fisici o allenamenti sportivi molto intensi il giorno prima della donazione, poiché può alterare alcuni valori negli esami del sangue. (per esempio aumentare le transaminasi oppure far scendere il valore della ferritina e dell’emoglobina)!

È necessario evitarla anche nel corso della giornata della donazione, specie se non si è sufficientemente allenati, per lasciare al nostro corpo il tempo per riprendersi al meglio dallo sforzo appena compiuto. Una modesta attività fisica in soggetti allenati dopo un congruo ristoro ed adeguata idratazione, è invece possibile

 

Ho fatto un tatuaggio. Quanto tempo devo aspettare prima di tornare a donare?

Fra i criteri di esclusione temporanea dalla donazione di sangue e/o emocomponenti, nel D.M. 2/11/2015 tutt’ora in vigore, sono citati i tatuaggi o body piercing, la foratura delle orecchie e l’agopuntura (se non eseguita da professionisti qualificati con ago usa e getta) quali motivi per la sospensione temporanea di 4 mesi al termine dei quali si è automaticamente riammessi alle donazioni.

Perché è stata prevista una sospensione? Il criterio ispiratore è quello della massima tutela del ricevente la trasfusione.
Infatti nella maggior parte dei casi se venissero scrupolosamente osservati tutti criteri di attenzione per l’asepsi delle pratiche la possibilità di contrarre patologie trasmissibili con il sangue è davvero bassa. Ma poiché non si può avere la certezza che queste pratiche siano svolte nel modo più sicuro possibile ( ambienti adeguati, massima igiene ed utilizzo di dispositivi di protezione individuale, puntali monouso , disinfezione accurata , inchiostro utilizzato in contenitori monouso ed il restante sacrificato), in considerazione dei periodi finestra per la trasmissione di virus quali per esempio HBV (Epatite B) ed HCV (Epatite C) si preferisce applicare la sospensione di 4 mesi che copre i possibili rischi infettivi per i riceventi che spesso sono immunodepressi.

Perché dopo i 4 mesi di sospensione si può donare senza effettuare controlli preventivi? Su ogni sacca di sangue donato vengono eseguiti esami sierologici che garantiscano la negatività per HBsAg ( antigene dell’epatite B) HCV, LUE (SIFILIDE) E HIV ed inoltre vengono eseguiti dei test di amplificazione genica per HBV, HCV ed HIV con una sensibilità tale da garantire la sicurezza della sacca di sangue e quindi della trasfusione essendo passato un adeguato periodo dal ipotetico rischio.

Quanto tempo dura in media un prelievo di sangue? Perché per donare il plasma occorre invece più tempo?

Un prelievo per la donazione di sangue intero dura all’incirca 5/10 minuti a seconda del calibro della vena e della pressione sanguigna del donatore… comunque resta entro i 15 minuti, tempo al di sotto del quale si individua la migliore utilizzabilità degli emocomponenti.

La donazione di plasma invece dura un tempo maggiore poichè si utilizza un apparecchio (separatore cellulare) che è in grado di separare la parte liquida –plasma – da quella cellulare – globuli rossi e piastrine- che vengono restituite al donatore a cicli alterni e attraverso la stessa via di accesso venoso.

Sono tornato da un viaggio. Quando posso riprendere a donare?

In caso di viaggi, soprattutto se fuori Europa, è sempre indispensabile informarsi prima di riprendere a donare.
In caso di viaggi in aree tropicali, il DM 2 novembre 2015 (Allegato III, B.1, punto 15) prevede la sospensione di 6 mesi dal rientro. Bisogna poi valutare lo stato di salute del donatore, con particolare attenzione ad episodi febbrili dopo il rientro e le condizioni igienico-sanitarie ed epidemiologiche della zona visitata.
In caso di soggiorno in paesi al di fuori delle aree tropicali, dove è però segnalata la presenza di malattie tropicali si applica un periodo di sospensione dal rientro, sulla base del quadro epidemiologico presente (nessuna sospensione, 28 giorni per presenza di febbre Dengue, Chiqungunya o West Nile virus, 6 mesi per presenza di focolai di malaria.)
Considerando la sempre maggior frequenza di virus in aree diverse da quelle originarie è sempre bene chiedere il parere del sanitario AVIS prima di tornare a donare. Uno strumento rapido di contatto è la sezione dedicata “Il medico risponde”, sul sito di AVIS Provinciale Parma.