Cosa vuol dire: comportamenti a rischio?

  • Il “rischio” (cioè la possibilità che succeda qualcosa di negativo, che implica l’incertezza dell’evento), a cui si fa riferimento, è soprattutto quello legato alla trasmissione di malattie di tipo sessuale come: HIV (AIDS), epatite A, epatite B, epatite C, sifilide, gonorrea.
  • Queste malattie si possono trasmettere attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale, tramite i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, saliva); oppure per trasmissione da madre a figlio durante la gravidanza e il parto; o da sangue dovuto a irritazioni o lacerazioni locali o da siringhe infette, da tatuaggi e piercing effettuati non in condizioni di sterilità.
  • I comportamenti più a rischio sono i rapporti sessuali non protetti con partner occasionali, che possono loro stessi non sapere di essere affetti da una di queste malattie.
  • Una volta entrati nell’organismo, i batteri o i virus che causano queste malattie, si diffondono nell’organismo per un lungo periodo (anche 3-4 settimane) senza sintomi e senza rendere positivi nemmeno gli esami specifici eseguiti su ogni sacca di sangue prelevata. Se le indagini risultano positive ai test specifici, la sacca viene eliminata e viene avvertito il donatore della positività direttamente dal Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Parma.
  • Per motivi di segretezza dei dati sanitari di questo tipo di malattie e secondo le regole per la Protezione dei Dati, la comunicazione non viene trasmessa all’AVIS Provinciale di Parma. Il donatore viene preso in carico direttamente dal Centro Trasfusionale dell’Ospedale Maggiore di Parma, ed è avvertito tramite posta raccomandata. È il Centro Trasfusionale stesso che invita il donatore per i successivi accertamenti, che saranno eseguiti in modo gratuito e da personale altamente esperto in questo tipo di malattie.

 

  • Sul rischio della donazione è necessario un chiarimento.

    Il concetto di rischio ha con sé il concetto di pericolo.

    Nella procedura di donazione, fatta secondo le regole da noi applicate, non c’è pericolo.

    Ma ogni attività umana ha dei rischi legati alle molteplici caratteristiche di ognuno.

    Per questo c’è il rischio di:

    • Non trovare la vena
    • Che la vena ad un certo punto della donazione si rompa
    • Che una persona presenti sudorazione, pallore fino a svenire alla vista del sangue
    • Che non avendo bevuto le vene si presentino “svuotate”
    • Etc. etc.

    Tutte queste sono situazioni imprevedibili ed inattese che possono portare al rischio di avere ematomi, svenimenti o a non riuscire a terminare la donazione.

    Sono rischi a cui siamo pronti a rispondere adeguatamente e che si risolvono con semplici manovre di contenimento e piccoli accorgimenti. Il personale sanitario cerca sempre di ridurre la loro incidenza con azioni e controlli che proseguono fino alla colazione post donazione durante la quale il donatore è sotto la sorveglianza dei volontari che presidiano la sala ristoro.

Non vuole dire essere malato!

Vuol dire soltanto che il donatore non è in possesso di uno o più dei requisiti previsti dal D.M. 2/11/2015. Il medico AVIS, a seconda del tipo dei requisiti mancanti, decide se la non-idoneità (cioè la sospensione) deve essere considerata temporanea o definitiva.

  • Se la sospensione è temporanea, il medico AVIS definisce il tempo di sospensione dalla donazione, che può essere:
  1. Con ripetizione degli esami del sangue, al termine del periodo di sospensione,
  2. Senza ripetizione degli esami del sangue, perché non necessari
  3. Previa valutazione di eventuale documentazione clinica richiesta aggiuntiva.
  • Se la sospensione è definitiva, non è possibile donare il sangue, perché mancano i requisiti o sono presenti situazioni che non possono essere risolte.

 

  • Con cadenza annuale, ad ogni donatore attivo sono eseguiti esami che vengono resi disponibili, tramite AVISLab, nelle settimane seguenti la donazione effettuata.
  • Ad ogni donazione il Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Parma esegue una serie di esami previsti dal D.M. 2/11/2015 (emocromo e test specifici per HBV, HCV HIV e Sifilide), indispensabili per poter intendere valida alla trasfusione la sacca raccolta. Se i valori sono “normali” non vengono inviati dal Servizio Trasfusionale né ad AVIS né al donatore.
  • I test per HIV ed il gruppo sanguigno non sono pubblicabili su supporto informatico (AVISLab) per le disposizioni europee sulla Protezione dei Dati sensibili (D.M. 2/11/2015). In caso fosse necessario avere il certificato del gruppo sanguigno, il donatore deve inviare richiesta specifica tramite Posta Certificata (PEC) alla Segreteria Sanitaria di AVIS Provinciale Parma all’indirizzo avis.sanitario@pec.it. Una volta disponibile il certificato può essere ritirato personalmente o da persona munita di delega e documento di identità del richiedente.